giovedì 3 settembre 2015

Con 62 centimetri in più

Sono due o forse tre scalini di una scala di quelle che usi per fare i lavori in casa. Che poi da solo non ci riesci mai perchè soffri di vertigini quindi ti servi tu, il tuo coraggio e qualcuno che la scala te la regga. Tanto vale farlo fare a chi si sa arrampicare no?
Sono cinque palmi di mano, che se uno avesse cinque mani, ad esempio un pianista, sai che fico? Sai che sinfonie?
Sono 24 pollici, come il televisore che avevo nella camera singola all'università, che non c'avevo un vero e proprio tavolino su cui poggiarla all'inizio, prima di appropriarmi deliberatamente di quello posto in corridoio, traballante ma rosso, quindi bello. Ed è stato adagiato su una sedia per quattro mesi.
E' come il salto, non troppo in lungo, di uno che si allena per fare un salto in lungo migliore.
E' poco più della lunghezza della Gioconda, che per quanto te la fanno studiare dovrebbe essere alta 1 metro e 80.
E' come la Genesi di Salgado più un qualsiasi codice penale messi uno sull'altro.
E' come te, e come nessun altro forse.
Che è la prima volta volta che scrivo con questi 62 centimetri in più.
E non mi sento più alta, tantomeno più snella (no mamma tranquilla non sto dicendo che mi vedo grassa o tutte quelle cose che ti fanno incazzare, che lo so che è il gonfiore dell'utero e che ci vorranno i mesi che ci vorranno, tranqui).
Non sono più alta, nè più lungimirante, ma ho 62 centimetri in più, è un dato di fatto.
Che respirano, sgranano gli occhi, mi interrogano e chiedono quando vogliono, in modo assolutamente inequivocabile.
A volte interpreto, a volte meno.
Non sono più alta.
Sono solo più grande.

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